Cosa puo fare un Comune?

In riferimento alla recente delibera del Comune di Chiesa in Valmalenco occorre per completezza di informazione chiarire la posizione della attuale amministrazione Comunale. Le motivazioni, estrapolate dalla delibera n.30, sono finalizzate a “porre in essere le più ampie tutele sul piano giuridico per l’Amministrazione  comunale a fronte di un complesso e delicato quadro normativo, regolamentare e giurisprudenziale”.

I lavori erano stati già assentiti dalla Provincia di Sondrio con  provvedimento autorizzativo n. 964 in data 26 agosto 2013“. L’intenzione del Comune è stata quella di tutelarsi e di non subire ulteriori danni, dopo che lo stesso Comune ha messo in atto negli anni importanti azioni di opposizione (anche nei confronti dell’Ente Provincia, che avrebbe potuto invece tutelare un Comune del proprio territorio). La situazione denota forse anche una condizione di solitudine istituzionale che, leggendo la delibera, è già stata sperimentata da altri Comuni della provincia.

– l’opposizione presentata dal Sindaco con nota prot. 2567 in data 7 aprile 2000 è rimasta infruttuosa;

– il ricorso proposto avanti al Tribunale Superiore delle Acque con deliberazione della Giunta Comunale n. 6 del 29.01.2007 contro la Provincia di Sondrio e nei  confronti di Mallero Energia s.r.l. per l’annullamento della determinazione della Provincia di Sondrio 21 novembre 2006 n. 84, recante “Concessione alla Mallero Energia s.r.l. di derivazione di acqua per uso idroelettrico dal torrente Mallero”, è stato ritenuto infondato nel merito e respinto condannando il Comune di Chiesa in Valmalenco a rifondere le spese processuali liquidate in complessivi € 6.750,00, più  spese generali ed oneri accessori;

– le spese finora sostenute dal Comune di Chiesa in Valmalenco per pareri e ricorsi ammontano a complessivi € 50.000,00 circa.

– presso il Comune di Castione Andevenno è pendente  ricorso di richiesta risarcimento danni al comune di € 8 milioni e lo stesso ha già sostenuto ingenti spese legali per l’impianto sul torrente Bocco, poi realizzato e funzionante da più di cinque anni e che non porta nelle casse comunali nessun introito;

– centralina Rezzalasco in Comune di Sondalo, grande derivazione realizzata senza convenzione e quindi senza nessuna garanzia per la realizzazione dei lavori e senza compensi economici.

– E’ quindi interesse dell’Amministrazione Comunale, che nella fattispecie agisce nell’interesse pubblico dell’intera Comunità, evitare l’insorgere di situazioni di conflittualità e di contenzioso e trovare invece, sempre nel pubblico interesse, accordi che consentano al Comune di attuare le proprie finalità .

Faccio notare che nelle prescrizioni al concessionario, al punto m) si legge che : “prima dell’esecuzione dei lavori che prevedono scavi, la società concessionaria è tenuta ad effettuarea propria cura e spese le verifiche archeologiche preventive, avvalendosi di ditta specializzata e sotto la direzione della competente Soprintendenza per i beni archeologici. La ricognizione di superficie (survey) richiesta dalla Soprintendenza dovrà riferirsi in particolare alla zona dell’opera di presa, nella quale è stata segnalata la possibile presenza di antichi manufatti di lavorazione della pietra ollare. Le risultanze delle predette ricognizioni, su motivata richiesta  della  Soprintendenza, potranno comportare anche la modifica del progetto, che dovrà comunque essere preventivamente autorizzata”.

Forse sarebbe ora di mettere mano anche al Piano di Bilancio Idrico, pubblicare le risultanze del monitoraggio e di effettuare un’ aggiornamento coerente con l’articolo 70, con valore retroattivo.  “Il Piano di Bilancio Idrico viene aggiornato dalla Provincia di Sondrio almeno ogni 5 anni, anche sulle basi delle risultanze del monitoraggio” (art.77 norme tecniche di attuazione del PTCP)

idrico

 

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