L’ utilizzazione idrica molto spinta in Provincia di Sondrio determina situazioni di carenza idrica assai pronunciate, soprattutto nei periodi di magra invernali ed estivi. La necessità di giungere ad una conoscenza degli aspetti critici ritenuti significativi ha costituito il presupposto per l’individuazione, nel Piano di Bilancio Idrico della provincia di Sondrio, di “indici di criticità”, alcuni dei quali di tipo quantitativo (cioè obiettivi in quanto facilmente misurabili), altri di tipo qualitativo.
Nel PBI si legge che l’adozione delle scale di classificazione fornite dagli indicatori contiene sempre un margine di soggettività e pertanto queste non possono che considerarsi come uno strumento di supporto, peraltro assai utile.
I “margini di soggettività” non esistono tanto riguardo agli indici di tipo quantitativo (che misurano ad esempio quanta acqua, quante derivazioni, quanto sono lunghi i tratti sottesi a derivazioni…) quanto sul valore da attribuire alle “scale di classificazione”. Decidere una soglia percentuale oltre la quale un indice quantitativo diventa più o meno critico per un determinato corso d’acqua è una scelta . La scelta motivata della soglia sarà molto importante perchè determinerà dove si potranno e dove non si potranno concedere nuove derivazioni.
Gli indici di criticità possono offrire le seguenti opportunità:
– creare una mappa delle criticità dei corsi d’acqua sull’ intero reticolo idrografico provinciale;
– creare una mappa delle risorse idriche non derivabili o non ulteriormente derivabili;
– venire in aiuto nelle le decisioni in materia di regolamentazione delle concessioni
– venire in aiuto nella definizione della normativa riguardante lo sfruttamento delle risorse idriche a livello locale
Nel PBI sono stati presi in considerazione i seguenti indici quantitativi , i quali rappresentano il livello di rischio legato al grado di sfruttamento/penalizzazione dei corsi d’acqua. In sintesi:
1 – indice rappresentativo delle derivazioni d’acqua per i diversi usi
“DERIVATE” = sottratte alla quantità naturale del corso d’acqua
“DIVERSI USI” = idroelettrico, potabile, irriguo, ecc.
2 – indici rappresentativi delle lunghezze e delle portate antropizzate dei corsi d’acqua nei quali sono presenti derivazioni
“ANTROPIZZATE”= modificate a causa di derivazioni ad opera dell’uomo
3 – indice rappresentativo del rischio indotto dalle derivazioni rispetto alla portata d’acqua naturale
“NATURALE” = non soggetta a sottrazioni di acqua per utilizzo da parte dell’uomo
4 – indice rappresentativo, del rischio indotto dalle derivazioni rispetto alla portata d’acqua nei periodi di magra;
“MAGRA NATURALE” = condizione di minor quantità del corso d’acqua dovuta a fenomeni naturali e stagionali
5 – indice rappresentativo del rischio di irregolarità indotto dai serbatoi artificiali sul regime dei corsi d’acqua;
“SERBATOI ARTIFICIALI” = invasi e laghi che accumulano l’acqua naturale di un corso, rilasciandola in un secondo momento
6 – indice rappresentativo del livello di sfruttamento idroelettrico in termini di energia prodotta.
Quest’ultimo indice viene sperimentato in soli due bacini (Val Malenco e Val Masino). Si legge che “le curve mostrano come gli impianti già presenti o già concessi determinino … un elevato livello di sfruttamento energetico in entrambi i bacini…Si osserva … come gli impianti attuali siano pressoché tali da saturare la possibilità di generazione energetica”. Il PBI ha ritenuto inutile procedere ad una ricostruzione bacino per bacino “dal momento che essa determinerebbe risposte ovvie: pochi margini di sfruttamento per i sottobacini già interessati dagli impianti o ampi margini di sfruttamento per i sottobacini con pochi o nessun impianto, senza possibilità di verificare l’ammissibilità delle nuove derivazioni in termini di accettabilità ambientale.”