L’influenza delle derivazioni

Lo studio sulle portate d’acqua che vengono derivate per vari utilizzi è stato fatto nel Piano di Bilancio Idrico dividendo il territorio della provincia di Sondrio in 18 settori.

  tabelle portate derivate (1,1 MiB, 799 hits)

L’indice che si ottiene indica il  livello  quantitativo degli impianti di derivazione che, con successive prese e restituzioni, determinano una più o meno rilevante criticità dei corsi d’acqua. Nel PBI si fa notare che le derivazioni generano sottrazioni di risorsa idrica solo nei tratti fluviali sottesi dalle condotte di derivazione.

L’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTUA stabilisce che, per tutti i corsi d’acqua della Regione Lombardia, il Deflusso Minimo Vitale sia in misura pari al 10% della portata naturale media annua nella sezione di derivazione, con possibilità di aumento fino al 20 % in relazione all’applicazione dei fattori correttivi. La presenza di una derivazione rende il tratto più o meno critico a seconda della quantità della portata derivata rispetto alla portata naturale del corso d’acqua. L’utilizzatore idroelettrico, per la finalità economica ed energetica alle quali assolve, è incline al prelievo di tutta la quota di risorsa idrica concesa nel disciplinare ( nel disciplinare viene indicata la quantità media e massima prelevabile). Il  caso di derivazione ad uso idroelettrico, per la quale la portata rilasciata in alveo deve essere pari al 10% della portata naturale, rende quindi il tratto di corso d’acqua a criticità molto elevata, che risulta ancora più elevata nei periodi di magra.

Nelle tabelle del PBI si nota che l’uso idroelettrico è assolutamente preponderante rispetto agli altri usi (antincendio, igienico, industriale, irriguo, piscicoltura, potabile), i quali derivano complessivamente una modesta quantità della risorsa disponibile. I valori relativi all’utilizzo idroelettrico forniscono invece una rappresentazione assai eloquente della situazione presente sia in alcuni sottobacini (con punte di circa il 300% per il Mera, il 250% per il Mallero e di ben il 1360% per il Masino), sia per l’intero territorio provinciale che ottiene un valore pari a circa il 200%.

Il PBI descrive infine alcuni problemi riscontrati nello studio:

–         per come sono organizzati i dati del Catasto Regionale Utenze Idriche, in alcuni casi non sono disponibili le portate di concessione di alcune prese

–         le maggiori incertezze si sono riscontrate nei dati delle piccole derivazioni, per le quali manca l’informazione per il 25 % dei punti di presa

–         le portate nominali di concessione non sempre definiscono le effettive portate prelevate e quindi conducono ad una valutazione dell’indice di sfruttamento che potrebbe discostarsi dalla reale situazione

–          per ogni impianto viene definito un unico valore della portata di concessione anche quando l’impianto è dotato di più punti di presa. Nel caso in cui i punti di presa si trovano in settori differenti, la valutazione dell’indice viene di fatto distorta.

 

 

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