FREE RIVERS ITALIA

Nasce il coordinamento nazionale per la tutela dei fiumi “FREE RIVERS ITALIA”

Sito internet: www.freerivers.it

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Statuto

 

Il 5 febbraio 2017 17951557_1893706787537325_7277118766681966697_na Brescia è nato il “Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia”, che mette in rete comitati e associazioni che si battono per la difesa e tutela dei corsi d’acqua.

A livello locale negli ultimi anni sono numerosissime le iniziative di contrasto a singoli progetti idroelettrici. Ma in assenza di un coordinamento nazionale era stato finora difficile far emergere la dimensione reale del problema di fronte all’opinione pubblica. Non si tratta di difendere un singolo torrente o ruscello, ma di evitare la scomparsa degli ultimi fiumi e torrenti naturali dall’insieme delle Alpi e degli Appennini e di proteggere l’acqua quale bene comune.

Il “Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia” intende chiedere allo Stato italiano e alle Regioni di salvaguardare gli ormai rari tratti fluviali ancora liberi da sfruttamento idroelettrico e irriguo, preziosi scrigni di biodiversità e di valore paesaggistico, nel rispetto della Direttiva Quadro Acque dell’Unione Europea.

I fiumi italiani non godono di buona salute: oltre il 50% non raggiunge il livello qualitativo minimo imposto dall’Europa e meno del 5% conserva ancora condizioni di elevata naturalità.

Nella prima metà del secolo scorso la maggior parte dei corsi d’acqua italiani è stata  sfruttata per la produzione di energia idroelettrica, con la realizzazione di dighe e di grandi centrali: i 300 grandi impianti allora costruiti coprono ancor oggi l’85% della produzione idroelettrica nazionale.

Dal 2008, grazie agli incentivi governativi alle rinnovabili che remunerano il KWh prodotto dai nuovi impianti tre volte il valore di mercato per un periodo di venti anni, è ripreso lo sfruttamento dei corsi d’acqua residui – quelli che senza l’incentivo non sarebbe conveniente sfruttare –  con la presentazione di migliaia di richieste per impianti di dimensioni più piccole, in quanto i siti più produttivi erano già stati sfruttati.

Gli incentivi hanno innescato un fenomeno essenzialmente speculativo con conseguenze tanto devastanti per i fiumi quanto poco significative per apporto energetico. Se tutti realizzati, infatti, i circa 2000 impianti in istruttoria in Italia, che corrispondono ad altri 3000 km di corsi d’acqua intubati in condotte forzate, darebbero un contributo energetico percentuale del 2 (2 per mille) dell’energia complessivamente consumata in Italia in un anno.

In sostanza i cittadini italiani stanno pagando con la bolletta della luce (voce oneri di sistema) gli incentivi al deterioramento dei fiumi per oltre un miliardo di euro l’anno.

Il “Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia” afferma con forza che se è vero che questi impianti non immettono in atmosfera o in acqua agenti inquinanti, è altrettanto vero che precludono e depauperano le funzioni vitali dei corsi d’acqua e che la loro smodata diffusione procura impatti devastanti. Non tutto quello che è rinnovabile è anche sostenibile.

Il Coordinamento chiede al Governo di togliere o ridiscutere gli incentivi statali all’idroelettrico sui corsi d’acqua naturali e di spostare investire piuttosto in efficienza e risparmio energetico, con un maggiore ritorno energetico, ambientale ed economico per la collettività.

La nascita del “Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia” segue la presentazione dell’Appello Nazionale per la Salvaguardia dei Corsi d’Acqua dell’Eccesso di Sfruttamento Idroelettrico che nel 2014 ha raccolto le adesioni di 140 associazioni e comitati impegnati nella protezione dell’ambiente e dei corsi d’acqua a livello nazionale, regionale e locale.

Brescia, 3 maggio 2017

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