Cosa copiare dal Trentino?

Con tutti i dovuti distinguo ci sono alcuni aspetti che sarebbe utile approfondire anche per la gestione delle grandi concessioni idroelettriche in Provincia di Sondrio. Non essendo quella di Sondrio una Provincia Autonoma gran parte del lavoro legislativo andrebbe forse richiesto alla Regione Lombardia ( compreso l’adeguamento dello Statuto Regionale per ottenere maggiori deleghe in virtù della specificità territoriale, come avviene già ad esempio  per Belluno nei confronti  della Regione Veneto).

 

La legge provinciale 21/12/2007 n. 23 della Provincia Autonoma di Trento prevede che alla scadenza delle concessioni esse siano prorogate per ulteriori 10 anni introducendo però nuovi canoni e prescrizioni di tipo gestionale-ambientale. Oltre ai canoni standard attuali (demaniale, sovracanone BIM, sovracanone Comuni rivieraschi) saranno introdotti, a carico di ogni grande derivazione, alcuni nuovi obblighi, tra i quali:

– CONTRIBUTO AMBIENTALE pari a 5,00 €/kW di potenza nominale media di concessione ; questo canone sarà accantonato in un fondo comune a tutti gli impianti e sarà gestito in maniera indipendente dalla Provincia Autonoma per quegli interventi ambientalmente più urgenti

– ACCANTONAMENTO OBBLIGATORIO pari a 30,00 €/kW di potenza nominale media di concessione, per l’intera durata del rinnovo della concessione, da utilizzarsi per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni gratuitamente devolvibili (cioè quelli che a scadenza della concessione passeranno gratuitamente alla provincia; ad esempio tutte le opere di presa, sbarramento ecc)

– OBBLIGO da parte del concessionario a rispettare i nuovi livelli di regolazione dei bacini artificiali legati a motivi ambientali ed ai programmi di laminazione delle piene

– OBBLIGO da parte del concessionario a lasciar eseguire all’Amministrazione Provinciale tutte quelle opere atte a garantire una corretta gestione delle laminazioni delle piene;

– OBBLIGO da parte del concessionario a realizzare, a sue spese, tutte quelle opere infrastrutturali necessarie a non incrementare il volume solido depositato nei bacini ( es: briglie filtranti a monte del bacino);

– OBBLIGO da parte del concessionario a mantenere, a sue spese, in perfetta efficienza gli scarichi dell’impianto idroelettrico (centrale e sbarramento);

-OBBLIGO da parte del concessionario del rispetto dei nuovi Deflussi Minimi Vitali , che comportano una diminuzione media in termini di producibilità degli impianti idroelettrici del 17% circa.

Uno scenario nuovo che introduce vincoli piuttosto significativi sia in termini economici (revisione canoni e sovracanoni, quote ambientali e per manutenzioni, limitazioni esercizio laghi e serbatoi, DMV, riserve di volumi per altri usi) sia gestionali nel rispetto della sicurezza idraulica e dell’impatto ambientale che le opere di derivazione producono sull’idrografia e sull’ambiente trentino. Queste le novità più importanti previste per tutte le grandi derivazioni idroelettriche, dalla proroga delle concessioni (a partire dal 2011 per la maggior parte degli impianti) e per i 10 anni successivi.

Alla scadenza delle concessioni, così prorogate, ad eccezione di ulteriori proroghe che la Comunità Europea potrebbe concedere per allineare la scadenza delle concessioni degli impianti provinciali con quelli del resto del territorio nazionale in scadenza nel 2030, le grandi derivazioni idroelettriche passeranno ufficialmente all’Amministrazione Provinciale con l’acquisto dei beni non gratuitamente devolvibili (macchinari e fabbricati centrali) e l’acquisizione gratuita dei beni gratuitamente devolvibili (opere di presa, canali, condotte forzate, dighe) e successivamente, tali concessioni, saranno messe in gara con bando europeo.

Fonte: Ambiente Trentino

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