serbatoi artificiali e corsi d’acqua

La  Direttiva  Comunitaria 2000/60/CE inserisce  tra gli elementi che caratterizzano il buon  stato ecologico dei corsi d’acqua:

1-     il regime idrologico (massa e dinamica  del  flusso),

2-      la continuità fluviale (grado di alterazione dovuto alle attività dell’uomo)

3-      le condizioni morfologiche (caratteristiche  del  solco  fluviale,  variazione  della larghezza  e  della  profondità, velocità  del  flusso…)

Condizioni inalterate dei tre suddetti elementi definiscono uno  stato ecologico elevato del corso d’acqua. Una categoria  di  infrastrutture, piccole e grandi, che  introducono  modifiche nella  continuità  e naturalità  fluviale (da  tenere in considerazione nello  spirito  della  Direttiva 2000/60/CE),  è  costituita  dalle dighe degli impianti idroelettrici. Queste consentono all’utilizzatore di modificare il regime delle portate  allo  scopo  di  massimizzare  l’energia  elettrica  prodotta,  costituendo  anche  un elemento di alterazione della naturalità del corso d’acqua.

I  numerosi  e  rilevanti  serbatoi  artificiali  costruiti  nel settore  montano  del  territorio  provinciale  costituiscono  anche una  riserva idrica  preziosa. Sono  importanti ad esempio per compensare almeno  parzialmente  i  periodi  estivi  di  carenza  idrica  dei  territori, oppure sono utili per contenere gli effetti delle piene (quando  essi  si  trovino  solo  parzialmente  riempiti  all’inizio  dei  fenomeni  di  piena). I serbatoi idroelettrici determinano però una marcata variabilità nel tempo delle  portate  restituite  nei  corsi  d’acqua.  Quindi,  pur  non  sottraendo  alcunché  alla  risorsa idrica  naturalmente  disponibile,  che  viene  integralmente  restituita,  tale  restituzione  avviene con un regime di portata caratterizzato da forti oscillazioni e irregolarità rispetto al regime che avrebbe naturalmente il corso d’acqua.  Tali irregolarità sono ovviamente legate al regime che il gestore dell’impianto individua come economicamente più conveniente, in funzione delle caratteristiche del proprio impianto, della variabilità  della  domanda  di  energia  e  del  valore  della  stessa.

Si è perciò ritenuto utile anche in questo caso adottare Nel Piano di Bilancio Idrico provinciale un indicatore di rischio di irregolarità: maggiore è  la  capacità  di  invaso del bacino, rispetto  al  volume  medio  annuo  del corso d’acqua che lo alimenta, tanto più marcata sarà la possibilità del gestore di modificare il regime della restituzione dell’acqua.

Per approfondimenti consultare la Tavola 3  del PBI

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