Piccola ricerca sull’ uso plurimo delle acque del Lesina

La rilevazione è stata fatta in senso inverso, partendo dalla statale 38 sino alla cascata del briglione in località Torrazza. L’ orario di rilevazione si può leggere in sovrimpressione sulle  fotografie.

Alla cascata del Briglionein Torrazza secondo me si può intuire se il valore di rilascio di 54 litri al secondo, previsto dal disciplinare di concessione per la derivazione d’acqua alla ditta Carcano  per garantire  il DMV, sia rispettato. Benché il valore di 54 litri al secondo debba essere garantito alla presa di derivazione, possiamo assumere che la parte di acqua persa per infiltrazione lungo il tragitto fino al briglione venga compensata dall’acqua dei   canali, come  ad esempio il Portolasco, che alimentano il Lesina a valle dell’ opera di presa.

Assumendo che il DMV sia rispettato, non toccando a me fare le verifiche del caso, vediamo di capire che fine fa nei periodi di magra del torrente  l’acqua a valle della cascata del briglione. Nella prima briglia a valle l’acqua resta in parte nell’alveo naturale e in parte viene deviata lungo il canale della roggia.

In parte viene restituita all’alveo dallo stesso canale della roggia.

Proseguendo verso valle il Lesina riceve l’acqua che era stata derivata a monte per alimentare il bacino artificiale e la centralina idroelettrica della ditta Carcano. La modulazione non costante della restituzione dell’acqua influenza ovviamente il corso d’acqua a valle di questo punto, con criticità maggiori nei periodi di magra naturale del torrente.

Prosegue poi il suo corso in Torrazza, dove al ponte della Fula, riceve alla sua destra altra acqua da un piccolo corso

Dopo il ponte della fula il Lesina si dirige verso la strada statale .In questo tratto l’acqua si infiltra  man mano nel subalveo fino a scomparire del tutto a circa 200 metri dalla statale. Ovviamente il tratto è in secca fino alla foce del torrente Lesina nel fiume Adda.

Scarica il documento compreso di fotografie e altro:

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