Nei nostri torrenti l’acqua deve scorrere

Ricevo e volentieri pubblico la presa di posizione di Legambiente Valchiavenna rispetto alle tematiche dello sfruttamento idroelettrico

In Regione Lombardia è in corso di svolgimento un tavolo tecnico per la valutazione della sperimentazione in deroga del deflusso minimo vitale nei fiumi e torrenti del nostro territorio. Di cosa si tratta? Nei nostri fiumi e torrenti, a valle delle opere di presa, negli ultimi sei anni si è lasciato scorrere quantitativi di acqua minori del 10% previsto dalle norme. Ora si tratta di valutare se questa sperimentazione alteri o meno lo stato di salute ed il benessere ambientale dei nostri torrenti e fiumi.

Al tavolo siedono Edipower, Regione, Provincia, Comunità montana Valchiavenna, Unione pesca sportiva ed ha fatto richiesta di partecipare come associazione portatrice di interesse anche Legambiente Valchiavenna.

Perché questa richiesta da parte di Legambiente?

L’associazione ritiene che lo scorrimento di poca acqua nei torrenti della nostra valle abbia un impatto significativo sullo stato di benessere degli stessi ed un impatto ancor più negativo sulla qualità ambientale del nostro territorio.

Che effetto fa vedere un torrente che scorre libero e ricco di acque e vedere il letto di un altro (o dello stesso dopo una captazione) secco ed invaso da piante ed erbacce?

La bellezza del paesaggio montano è caratterizzata anche dalle acque che vi scorrono in modo naturale; la nostra immagine di ambiente alpino prende forma dalla presenza dell’acqua, dal suo suono, dalla vita che vi pulsa, dal movimento luminoso e fresco che i torrenti offrono.

Osservate lo stato del torrente Avero in questa foto: dopo la captazione non scorre praticamente più acqua!

Cosa succede in questi casi? Succede che la qualità del torrente è completamente compromessa per quanto riguarda la vivibilità di flora e fauna e questo vale anche per il paesaggio: un torrente che pochi metri prima scorreva sonoro, spumeggiante, ricco di acqua e di vita ora è asciutto e morto.

Può un territorio che vuole fare del turismo la molla per il proprio sviluppo rinunciare all’acqua nei suoi torrenti e fiumi?

Il D.d.g. dell’8 maggio 2014, n.3816 della D.G. Ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia dice testualmente:

“Elementi prioritari per la verifica del buon esito di una sperimentazione del DMV sono i seguenti:

  • deve essere presente un deflusso in alveo;

  • l’efficacia del deflusso deve essere verificata a valle delle captazioni idriche e quindi lungo l’intero corso del corpo idrico e non soltanto in corrispondenza della derivazione;

  • la misura dell’efficacia del deflusso è funzione del mantenimento della vitalità e della qualità degli ecosistemi interessati.”

Ancora:

“Rispetto ad un tratto a monte della derivazione non deve verificarsi a valle della stessa un peggioramento direttamente o indirettamente imputabile alle derivazioni idriche oggetto di sperimentazione del DMV.

La continuità idraulica rappresenta un elemento essenziale per la valutazione dei DMV sperimentali.”

E ancora:

“L’attuale riferimento per gli obbiettivi di qualità è costituito dalla Direttiva Comunitaria Quadro in materia di Acque, che fissa per tutti i corpi idrici il raggiungimento o mantenimento del “BUONO” stato ecologico entro il 2015”

Per chi avesse percorso le nostre valli è evidente che siamo lontani dall’avere lungo tutta l’asta fluviale dei nostri torrenti lo scorrimento continuo dell’acqua.

Ma se i nostri occhi non bastassero, dovrebbero far fede i documenti del Piano di bilancio idrico della Provincia di Sondrio. Sono sei cartine a colori del nostro territorio che evidenziano lo stato di criticità dei nostri torrenti e fiumi: la gran parte di loro sono colorati in rosso (criticità molto elevata), arancio (criticità elevata), giallo (criticità media), molto pochi ottengono il colore verde (criticità moderata).

Legambiente sottopone a cittadini ed amministratori altri due elementi di riflessione. In un articolo apparso sulla stampa locale il 26 settembre scorso si parlava di una delibera provinciale del 9 luglio in cui si legge “Le nuove derivazioni di acqua per le quali è accertato il positivo contributo alla riduzione dei fattori di rischio idrogeologico, non rientrano tra quelle che subiscono specifiche limitazioni per effetto delle norme di piano” Il passaggio in questione veniva così commentato: “La norma si presta a essere attuata potenzialmente a una miriade di richieste di nuove derivazioni su piccole valli e torrenti” Quindi non si mette in sicurezza il territorio per mantenerne caratteristiche e bellezza, ma si autorizza il prelievo di acqua (che innegabilmente riduce il rischio) a profitto di chi la utilizza.

Un altro inspiegabile regalo per chi sfrutta le acque dei nostri torrenti è fiumi è presente nell’art. 4 del disegno di legge di stabilità ormai approvato al Senato dal titolo “Esenzione per l’abitazione principale, i macchinari imbullonati, i terreni agricoli” che tratta al comma 9, la determinazione della rendita catastale degli immobili a destinazione  speciale ed in particolare appartenenti alle categorie D)  ed E)   e al comma 12 prevede una compensazione ai comuni per il minor gettito IMU quantificato in 155 milioni, somma inferiore a quella che si percepiva fino ad ora.   Il comma 9 interessa particolarmente la Provincia di Sondrio poiché potrebbe incidere profondamente sulla determinazione della rendita catastale delle centrali idroelettriche, presenti in gran numero sul nostro territorio. Occorrerebbe stabilire/precisare che la rendita catastale delle centrali idroelettriche rimanga invariata.

22 novembre 2015

Circolo Legambiente Valchiavenna

Nelle foto sotto: ottobre 2015, il torrente Avero prima e dopo la captazione.Avero Caurga (14)Avero Caurga (7)

 

 

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