Le ipotesi di bonifica

Nel secondo dopoguerra, si è manifestata in tutto il mondo maggiormente industrializzato una massiccia spinta allo sviluppo che ha quasi trascurato, tra i propri parametri di riferimento, il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. In quel periodo, il rispetto della legislazione ambientale (di per sé alquanto lacunosa) è stato spesso inteso come un vincolo da soddisfare esclusivamente per non incorrere in provvedimenti punitivi. Le tecnologie di produzione non sono state né pensate, né governate in modo da rispettare l’ambiente e la salute. Dove, poi, la normativa era assente, come nel caso dello smaltimento dei rifiuti tossici, la regola prevalente è risultata essere il disinteresse, tanto da produrre un diffuso fenomeno di contaminazione del suolo e delle acque di falda. Una contaminazione, peraltro, configuratasi come una bomba ad orologeria, che ha manifestato i suoi effetti dopo anni di silenziosa gestazione. Solo qualche decennio fa il mondo industrializzato, pressato da questi fenomeni, ha preso coscienza della gravità della situazione, avviando indagini e cominciando a progettare metodi e tecnologie di risanamento ambientale.

Le tecnologie di bonifica sono molteplici ed in costante evoluzione. Non esistono criteri di valutazione validi per tutti i casi; al contrario, ogni situazione va esaminata “soggettivamente” per individuare le opportune iniziative da adottare. In funzione della condizione delle matrici da bonificare, sono definite le tecnologie più adatte per la rimozione e distruzione degli inquinanti. Fra i trattamenti di bonifica si distinguono due grandi classi: “in situ”ed “ex-situ”

• in-situ: impiego di tecnologie di bonifica che non comportano rimozione di terreno o di acqua inquinata.
• ex-situ: il materiale inquinato viene rimosso per essere decontaminato con appropriato intervento. Tale intervento può avvenire “on-site” (all’interno dell’area da bonificare) oppure “off-site” (al di fuori dell’area).

Le tipologie di trattamento/bonifica si distinguono in tre gruppi:

• trattamenti biologici
• trattamenti termici
• trattamenti chimico-fisici

– I trattamenti biologici sfruttano la capacità dei microrganismi naturali di degradare gli inquinanti di un terreno o di un’acqua, nutrendosi di elementi quali carbonio, azoto, fosforo e zolfo, in ambienti ossigenati ed umidi. Ovviamente ciò vale per gli inquinanti che sono biodegradabili più o meno rapidamente.

– I trattamenti termici si riferiscono essenzialmente ai terreni contaminati (più che alle acque) e sono costituiti in prevalenza da tecnologie “ex-situ”.

– I trattamenti chimico-fisici si distinguono in “processi di estrazione” e in “processi di inertizzazione”. Con i primi, i contaminanti vengono rimossi dal terreno mediante un agente estrattivo. Con i secondi, la mobilità dei contaminanti viene ridotta o annullata mediante il loro confinamento in una matrice solida e/o mediante stabilizzazione chimica.

Già da alcuni anni, ad esempio, si sono registrate applicazioni in diversi siti inquinati di trattamenti che utilizzano barriere permeabili reattive (PRB). Le PRB hanno aperto nuovi orizzonti nel trattamento delle acque sotterranee, presentando una valida e soprattutto economica alternativa ai sistemi convenzionali di “pump-and-treat”. Nella sua forma più semplice, una barriera reattiva è costituita da una zona di trattamento “gate” installata lungo il percorso di flusso delle acque sotterranee. La zona di trattamento può essere costituita da vari materiali reattivi, come il ferro granulare, i carboni attivi, le zeoliti e gli ossidi di ferro amorfi. I contaminanti vengono degradati, adsorbiti o precipitati, a seconda del materiale reattivo impiegato. Il principale vantaggio di questo sistema è quello di non richiedere una fonte di energia esterna per il pompaggio delle acque contaminate: dopo l’installazione, la barriera funziona passivamente.

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento esiste su internet una interessante tesi , dal titolo: “ Barriere permeabili reattive: applicazioni alla bonifica di falde contaminate” disponibile cliccando qui

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