Le dighe, queste sconosciute

(Pubblico l’ articolo integrale di Martina Simonini, presedente del Comitato Coordinamento acqua pubblica della provincia di Sondrio e membro del gruppo IAPS, apparso su Centrovalle )

Sto seguendo con interesse la rassegna di articoli pubblicati da Centro Valle in ordine al dibattito sulla sicurezza delle nostre dighe.

Bene hanno fatto Stefanelli e Bettini a sollevare il tema e pur apprezzando l’intervento dell’ing. Bondiolotti su alcuni aspetti da lui toccati avrei da ridire. Mi riferisco in particolare alla questione del prelievo di acqua superiore alla quantità stabilita dai decreti concessori e ai relativi controlli ma anche altro.  Voglio  però qui rimanere sul tema della sicurezza delle dighe.

Se ne parla da anni ma NESSUNO fino ad ora si è mai espresso con chiarezza e trasparenza.

Nessuno ha mai risposto, neppure con approssimazione,  alla domanda: Quanto può durare mediamente una diga? Quando diventa indispensabile dismetterla per la sicurezza?

 Duccio Facchini, giornalista d’inchiesta  di Altreconomia ha pubblicato un interessante articolo il 1 dicembre 2018: “L’Italia ai piedi delle grandi dighe. Tra vetustà, sicurezza e futuro” dal quale si ricavano interessanti informazioni.

Altrettanto ha fatto Francesco Bilotta il 28.02.2019 con l’articolo “Italia a controlli zero. Il rischio Vajont”.

E’ di tutta evidenza che l’argomento è di interesse pubblico e non soltanto in provincia di Sondrio, salvo ricordare che siamo il Kuwait azzurro per la produzione dell’energia idroelettrica (si produce qui il 12% del totale nazionale) e la presenza di dighe ed invasi in Provincia è rilevantissima.

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha inviato “a tutti gli enti e soggetti gestori di strade, autostrade e dighe una comunicazione formale in cui si chiede che entro il primo settembre 2018 vengano segnalati al ministero tutti gli interventi necessari a rimuovere condizioni di rischio riscontrate sulle infrastrutture di propria competenza, corredando le relative segnalazioni di adeguate attestazioni tecniche e indicazioni di priorità”. Tre mesi dopo, però, il Mit non è stato in grado di fornire un aggiornamento dettagliato.  Non conosco lo stato attuale della ricognizione.  Quello che sappiamo per certo è che all’ultimo censimento del Mit risultano 533 grandi dighe  (alte più di 15 metri e con un invaso superiore a 1.000.000 di metri cubi)  e che la loro vigilanza è in capo allo Stato mentre la vigilanza delle “piccole” spetta alle Regioni. “”””Non tutte le 533 “grandi dighe”, però, risultano in esercizio. Quelle attive nel 2018 “senza condizioni” e in concessione sono infatti 382. Dopodiché ne esistono 32 “in esercizio limitato per motivi tecnici”, 81 “in esercizio sperimentale”, 11 “in costruzione o con lavori di costruzione conclusi ma con invasi sperimentali non avviati” e 27 fuori esercizio “per motivi tecnici”. Dunque, sempre secondo il ministero, tra “esercizio condizionato” e “non in esercizio” stiamo parlando di 151 impianti.”””” (da altreconomia del 1.12.2018).  Oltre 12.000 è il numero stimato delle piccole dighe sul territorio nazionale. Per avere notizie  sui numeri della provincia di Sondrio (aggiornati al 2002) occorre rifarsi alla pubblicazione del compianto geom. Giuseppe Songini “L’energia elettrica in provincia di Sondrio”

Anche Andrea Goltara, ingegnere e direttore del Centro italiano per la riqualificazione fluviale  afferma “In molti Paesi si è iniziato da tempo a ragionare sull’opportunità di rimuovere alcune dighe e sbarramenti, a partire da quelle che sono a rischio e che potrebbero cadere da sole -sintetizza Goltara-. Ci sono dighe che cominciano ad avere problemi strutturali? Bene, iniziamo a valutare se conviene svuotarle, abbatterle, rifarle, aggiustarle”.  In altri paesi già succede. E’ nato anche un movimento “Dam removal”.

L’età media nazionale delle grandi dighe è di 62 anni, in Lombardia è di 75, in Provincia di Sondrio di preciso non lo so: so però che l’impianto del Venina a Piateda è del 1923; quello di Armisa è del 1930 e così Zappello, Vedello, Frera… Tutte intorno agli anni trenta… Cioè hanno mediamente 90 anni!!!  Detto questo mi  domando: si tratta dunque di allarmismo ingiustificato?   Qualcuno, seriamente, vuole dirci quanto possono durare le dighe che abbiamo sopra la testa? Abbiamo il diritto di saperlo?

 

 

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