Il senso della giustizia

Dal dicembre 2015  ad oggi (tre anni giusti giusti) abbiamo prodotto una petizione che ha raccolto oltre 7000 firme, una diffida ed un ricorso al TAR  senza ottenere ciò che volevamo.  La sentenza del TAR del 2 agosto scorso, che respinge il ricorso per un presunto vizio di forma senza entrare nel merito, ci spinge ad una riflessione sulla tutela del cittadino/consumatore/utente.  Probabilmente non c’è nulla di illegale nella decisione del TAR : nessuna norma specifica è stata violata dai magistrati. Il contrasto non è tra il comportamento dei magistrati e la legge, il contrasto è tra il comportamento dei magistrati e senso della giustizia, ma anche nel comportamento della SECAM, dell’Ufficio d’Ambito e dei Sindaci.  Siamo stati costretti a chiedere a Confconsumatori di Parma di presentare il ricorso al Consiglio di Stato. Ci domandiamo a questo  punto quali tutele abbia il cittadino/utente/consumatore di un servizio pubblico.

Non siamo costituzionalisti, però ce la caviamo con l’italiano e un pochino anche con la logica. Negare ad una pluralità di utenti la disamina di situazioni nelle quali si sentono vessati non è una sorta di violazione del diritto alla giustizia?

Costringere gli utenti a costituirsi in giudizio per difendersi da ingiustizie perpetrate da Enti Pubblici costringendoli a pagare bollette/fatture ingiuste ed esorbitanti rispetto ai loro consumi reali non è di per sé  già una beffa?

Avere sul territorio tre associazioni in difesa dei consumatori ed essere costretti a rivolgersi ad una associazione di un’altra provincia non è un buon indice del grado di tutela dell’utente.

Uno dei problemi è che pochi  hanno  voglia di parlare di queste cose. Né tra i  sindaci né tra i giornalisti. Questi argomenti non portano voti, non fanno guadagnare copie. Troverete sempre fiumi di parole su qualcuno che vuole abolire le province o altri che vagheggiano di essere comproprietari delle dighe. Cercatene uno pronto ad immolarsi per la difesa del consumatore/utente. Lasciate perdere: è fatica sprecata!

C’è da rilevare una consistente mole di norme, regolamenti, carta della qualità del servizio, ma c’è molto da fare rispetto alle garanzie reali dei diritti dell’utente/consumatore. Prova ne siano anche le recenti deliberazioni dell’Ufficio d’Ambito, con particolare riguardo alla delib. n. 39/2018 che solleva SECAM  dal corrispondere agli utenti gli indennizzi automatici per non aver rispettato gli standard di qualità del servizio idrico integrato.

Noi pensiamo di avere ragione. Ce lo confermano migliaia di utenti e decine di legali ai quali ci siamo rivolti e tuttavia occorrerà aspettare i tempi del Consiglio di Stato (non meno di 18 mesi!) senza avere la certezza di vederci riconoscere le nostre ragioni.  Continueremo a lottare anche fuori dalle aule dei tribunali. Ora è il momento della politica e della piazza. Abbiamo chiesto ai candidati Sindaci di esprimersi sul tema dell’acqua pubblica e ad oggi solo la lista “Uniti per mese” e  “SiAmo Grosotto” hanno dato risposta, affermando che è giusto rivendicare l’acqua davvero pubblica.  Al nostro indirizzo mail: [email protected] aspettiamo  che altri candidati esprimano la loro posizione.

Per il Comitato coordinamento acqua pubblica della provincia di Sondrio

Martina Simonini
Luca Vitali

 

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