LE CONCESSIONI IDROELETTRICHE: EVOLUZIONE NORMATIVA (222,9 KiB, 2.770 hits)
Benchè se ne senta parlare molto poco forse la questione del rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche è argomento attuale anche per il futuro della Provincia di Sondrio.
LE CONCESSIONI PER LE GRANDI DERIVAZIONI DI ACQUA A SCOPO
IDROELETTRICO: EVOLUZIONE NORMATIVA E QUESTIONI APERTE SULL’USO DI UNA RISORSA STRATEGICA.
Tra i “grandi temi” costantemente all’attenzione degli studiosi e degli operatori nella materia delle acque pubbliche un ruolo significativo spetta tradizionalmente alla disciplina delle concessioni per il loro sfruttamento come fonte di produzione di energia elettrica: un tema che torna oggi di massima attualità in relazione alle recenti novità introdotte dall’articolo 37 del d.l. 83/2012 convertito in legge 134/2012 che modifica in parte l’art. 12 della riforma Bersani del 1999.
“Per le grandi derivazioni a scopo di produzione di energia elettrica l’art. 25 del citato decreto del 1933 stabiliva che “al termine dell’utenza e nei casi di decadenza o rinuncia,… passano in proprietà dello Stato, senza compenso, tutte le opere di raccolta, di regolazione e di derivazione principali ed accessori, le condotte forzate ed i canali di scarico, il tutto in stato di regolare funzionamento. Lo Stato ha anche facoltà di immettersi nell’immediato possessodi ogni altro edificio, macchinario, impianto di utilizzazione, di trasformazione e di distribuzione inerente alla concessione, corrispondendo agli aventi diritto un prezzo uguale al valore di stima del materiale in opera, calcolato al momento dell’immissione in possesso, astraendo da qualsiasi valutazione del reddito da esso ricavabile. In mancanza di accordo la controversia è deferita ad un collegio arbitrale costituito di tre membri, di cui uno nominato dal Ministro dei lavori pubblici, uno dall’interessato, il terzo d’accordo tra le parti, o in mancanza di accordo, dal presidente del Tribunale delle acque.”
Il d. lgs. 79/1999 (meglio noto come “decreto Bersani”), abbandonato in via definitiva il monopolio statale del mercato dell’energia elettrica e lasciato conseguentemente cadere anche il progetto di concentrare nelle mani dello Stato tutte le grandi derivazioni d’acqua, ha previsto, fra l’altro, una revisione delle scadenze delle relative concessioni e un nuovo modello di aggiudicazione delle utenze idriche al momento di tali scadenze, improntato, secondo i nuovi canoni europei, ai principi della concorrenza, non senza però abbandonare il riconoscimento di uno speciale regime di favore per il concessionario uscente, diretto in qualche modo a compensare l’abolizione della illimitata facoltà di proroga prevista dal t.u. del 1933.