Gigi e Carletto

mailRicevo e volentieri pubblico la mail inviata da Luigi Scotti a tutti i media locali. Alla fine pubblico la ulteriore risposta di Carletto Bormolini, che fa seguito alla sua precedente uscita sulla stampa locale  e a tutto il dibattito che ne è seguito.

Prima aggiungo  3 domande alle quali a mio avviso sarebbe utile e necessario avere una risposta:

– in quale punto del Piano d’Ambito si può trovare la tabella che spiega com’è stato costruito il valore del consumo forfettario di 153 metri cubi annui?

– per i condomini che hanno un contatore unico ma pagano il fisso 50 utenze, quali voci di spesa sono incluse nella bolletta del Servizio Idrico Integrato, relativamente alla quota fissa ?

–  in base a quali criteri Secam ha dichiarato che i consumi dell’utenza di Bormio sono 791 metri cubi annui? Non dovrebbero essere pubblici questi criteri? Non servirebbe una verifica per accertare se i dati corrispondano o meno alle sole utenze domestiche?

 

Credo senza tema di smentita di esprimere il pensiero di molti utenti del servizio idrico della nostra provincia in merito alle “bacchettate” che l’a.d. di Secam Gildo De Gianni si ritiene in diritto di dare a chi, secondo lui, si sottrae pervicacemente all’obbligo di installare i contatori dei consumi di acqua.

La vicenda ha aspetti che, visti con il dovuto distacco, sono del tutto paradossali per non dire divertenti.

Se il panettiere ci dicesse che tocca a noi farci carico del costo della bilancia, e che, fintantoché non avremo provveduto, il pane ce lo farà pagare nella misura forfettaria di 10 Kg al giorno, insorgeremmo  indignati.

 La stessa reazione è sorta spontanea in tutti coloro che ritengono assurda la richiesta di farsi personalmente carico di una adempienza che spetta in realtà a Secam, pur trovandosi in alternativa assoggettati ad una tariffa forfettaria  la cui determinazione non risulta chiaramente esposta nel piano d’ambito e che, soprattutto per le utenze stagionali di montagna dà la sensazione della “punizione” in quanto risulta mediamente maggiorata del 380% rispetto ai consumi reali di oltre 500 utenze analoghe dotate di contatore (letture che dovrebbero essere ben note in Secam)!!!

E’ una reazione che  nasce dal semplice buon senso, ma che viene anche chiaramente ribadita nella convenzione firmata tra Ufficio d’Ambito e Secam, dove al punto 4 sta scritto: “Le parti danno atto che rientrano tra i primi obblighi del Gestore…. …. l’installazione di contabilizzatori di volume alle utenze laddove mancanti…”

Quindi questi utenti, contrariamente a quanto sostiene l’a.d. di Secam, hanno ragione a non sentirsi in obbligo ma semmai in diritto di ricevere da Secam  l’installazione del contatore “laddove mancante”, operazione da effettuarsi ovviamente a cura dell’azienda con i costi che vengono  adeguatamente ammortizzati dalle tariffe fisse  esposte in fattura.

Ma questi pensieri, tanto ovvi agli occhi dei semplici cittadini (che sono occasionalmente anche elettori), pare siano totalmente assenti nelle menti dei nostri sindaci ed amministratori che, non si sa perché, se ne guardano bene dal “bacchettare”  chi sta cercando di scaricare sulle spalle altrui un preciso obbligo sottoscritto.

Luigi Scotti

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Caro Carletto.

volentieri rispondo alla tua missiva pubblicata sabato 7 gennaio sulle pagine di Centro Valle. Mi dai l’occasione per chiarire, per l’ennesima volta, una serie di questioni.

Per 33.000 “polli da spennare” come tu indebitamente li definisci tuttora privi di contatore nonostante I’ obbligo risalga a undici anni fa, ci sono oltre 190 000 utenze che lo hanno installato a partire dagli anni 60, accollandosi anche il costo del contatore, oltre a quello della posa, e che da sempre pagano l’acqua che consumano misurata e non a forfait.

Riguardo ai costi da te elencati vanno distinti quelli che hai pagato a Secam, relativi alla pratica amministrativa, circa 80 euro, da quelli riscossi dall’ idraulico che tu stesso hai chiamato (è libero mercato come deciso dall’ antitrust) che ha eseguito il lavoro e fatturato un corrispettivo di 140 euro, come da preventivo da te accettato.

Gli 80 euro richiesti da Secam per la pratica amministrativa, che includono l’uscita da parte dei tecnici per la piombatura e l’istruttoria, non sono stati fissati da noi bensì dall’Ufficio d’Ambito della Provincia di Sondrio a un prezzo notevolmente più basso rispetto ad altri gestori in Lombardia

Sui 140 euro che hai pagato all’idraulico da te liberamente scelto fra i quasi 200 inseriti nell’elenco fornitoci da Confartigianato Imprese Sondrio (non hai pagato Secam) abbiamo eseguito una verifica interna per valutarne la congruità.  Bene, sarai felice di sapere di aver risparmiato, in quanto opera, sopralluogo  e valvole avrebbero richiesto un costo anche maggiore, intorno ai 150 euro. Il lavoro da te commissionalo all’idraulico di tua fiducia ha comportalo

la messa a norma del tuo allaccio attraverso la fornitura e posa di raccordi, gomiti tronchetti e codoli,  il tutto in ottone, oltre a saracinesche di chiusura e valvola di non ritorno, purtroppo non presenti nell’ allaccio originario

Infine, sull’lVA: per tutti noi che viviamo in Valtellina si tratta di un’imposta dovuta allo Stato, con la sola eccezione degli abitanti di Livigno, come te che ne sono esentati.  Non parlerei dunque di “furbizie legalizzate” ma di costi liberamente concordati tra cliente (tu) e fornitore privato (il tuo idraulico),e con tasse applicate, dovute, all’interno di uno Stato che prevede diritti e doveri per i suoi Cittadini. Può non piacere, ma a questo si e obbligati ad attenersi.

Cordialità

Gildo De Gianni

Amministratore delegato di Secam

 

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