espropri per pubblica utilità

APPROVAZIONE DELLO SCHEMA DI CONVENZIONE PER  DISCIPLINARE I FUTURI RAPPORTI CON LA SOCIETÀ ENERGHIE S.R.L. IN RELAZIONE ALL’OCCUPAZIONE DEI TERRENI INTERESSATI DALLA COSTRUZIONE DI UN  IMPIANTO IDROELETTRICO SUL TORRENTE SECCHIONE

All’ Albo Pretorio del Comune di Chiesa in Valmalenco è disponibile la delibera e l’allegato dello schema di convenzione.

  DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE CHIESA (94,2 KiB, 1.052 hits)

  testo convenzione (50,0 KiB, 1.445 hits)

Dopo la relazione del Sindaco interviene il consigliere Alessandro Longhini che legge il seguente testo:

“E’ stata deliberata dalla Conferenza dei Servizi dei vari Enti amministrativi locali, in data 5 agosto 2013, la concessione per la realizzazione di una nuova derivazione idro-elettrica sul torrente Secchione nel tratto a  monte del Comune di Chiesa V. tra l’alpe Pirlo e i Dosselli. Questo ulteriore danno del paesaggio malenco si va ad aggiungere a tutti quelli già attuati, ma probabilmente avrà un impatto sull’ambiente maggiore degli altri per il fatto che è particolarmente visibile interessando quel torrente che sovrasta l’abitato di Chiesa e che ne caratterizza l’immagine; il “Ciciu” come viene chiamato in dialetto dalla popolazione locale è il torrente che attraversa il paese e che ne evoca più di ogni altro la storia. Non sono bastati i pareri negativi della Comunità  Montana e dell’Agenzia regionale per l’ambiente per fermare il progetto. Dal punto di vista idrogeologico “la condotta taglia trasversalmente un versante molto ripido con rischio elevato che gli scavi provochino l’innesco di cedimenti e/o movimenti franosi”. Dal punto di vista paesaggistico “il progetto interagisce con una valle ad elevata naturalità, poco colonizzata, che fa da sfondo al paesaggio dell’abitato di Chiesa, noto per la vocazione turistica ma già penalizzato in altre  vedute dalla presenza di cave e strutture connesse,…. Le opere incideranno visivamente sul paesaggio, unitamente al depauperamento del corso d’acqua”.

Il Comune di Chiesa, come sempre, ha supinamente espresso parere favorevole, come se il suo territorio non fosse già abbastanza  martoriato dalle centraline. D’altronde per l’Amministrazione comunale le acque non sono un problema, basti pensare al fatto che non se ne accenna nemmeno nel  Piano di Governo del Territorio, strumento che se ben utilizzato poteva  indirizzare favorevolmente lo sviluppo futuro della Valmalenco. L’orientamento attuale è quello di un turismo sostenibile per mezzo del quale il turista possa godere di uno stretto contatto con l’ambiente ed anche l’analisi  delle tendenze dimostra che il numero di villeggianti alla ricerca di tranquillità, in un ambiente ben conservato, è destinato ad aumentare. Era necessario quindi, meditando sugli errori del passato, programmare in tempo il nostro futuro, cercando di trovare un equilibrio tra sviluppo turistico e consumo di territorio, ponendosi dei limiti quantitativi, valutando i progetti di sviluppo in base ai reali benefici per la vallata ed evitando le operazioni speculative senza vantaggi e ricadute concrete per la collettività.

Ma per Chiesa il PGT sarà solamente la nuova occasione per riempire di cemento quelle poche aree ancora inedificate. A breve scompariranno i terrazzamenti di Vassalini, gli ultimi prati in località Gere, la parte residua della pineta del Grand Hotel, a cui una bella botta gli avevate già dato.  Addio Comune turistico! Cosa verrà a fare il turista a Chiesa, in una specie di  rione cittadino, tutto cemento e rumore, in una valle trasformata in una realtà senza alcuna identità, uguale a Rimini o alla periferia di Milano. D’altronde già l’accesso alla Valtellina, con l’ininterrotta serie dicapannoni, ci dà l’idea di  essere in una periferia cittadina. Pertanto in futuro il turista potrà starsene tranquillamente nel suo quartiere cittadino piuttosto che venire a Chiesa, tanto cambia poco. Con questa ulteriore centralina saranno certamente contenti tutti gli operatori del settore che vedranno aumentare il flusso di turisti, attratti da un ennesimo torrente prosciugato e per di più da quel torrente che compare su tutte le fotografie storiche di Chiesa. Godranno nel vedere scomparse le spumeggianti acque del “Ciciu” che si inserirà brillantemente nell’immagine delle pinete sovrastanti l’abitato di Chiesa già in parte cementificate e che lo saranno ulteriormente a breve. Sembra che per il Comune di Chiesa, comune a vocazione turistica, tutto quello che consegue in fatto di danno ambientale e paesaggistico non importi nulla. Manca completamente la percezione del valore ambientale ed ecologico dell’acqua come componente essenziale del proprio  territorio e con un vero e proprio ruolo turistico: la sua presenza in natura,nel paesaggio montano, lo qualifica e lo rende fonte di attrazione. Il degrado della montagna e del paese Italia in generale è sotto gli occhi di tutti. Non esiste in Europa un Paese con i fiumi nello stato pietoso come quelli italiani. Le nostre acque non mormorano più, sulle nostre valli  scende una cortina di silenzio funebre di cui nessuno parla.

La gravità della situazione non sta solo in quelle  ghiaie allucinanti, ma nel fatto che pochissimi le notino, nel fatto che tutto attorno a noi è costruito perché non ci rendiamo conto del disastro e continuiamo a dormire sonni tranquilli fino a requisizione ultimata delle risorse superstiti. L’opinione pubblica dorme e sta alle persone che amano la montagna, svegliarla, ricordare che l’Italia è malata e nonostante questo c’è chi vuole succhiarle le ultime risorse. Tutto passa senza che nessuno reagisca allo smantellamento del paesaggio.  Insensibili all’agonia dei ghiacciai, l’inselvatichirsi del territorio, la desertificazione dei villaggi, la requisizione delle sorgenti, l’aggressione agli ultimi spazi vergini, la cementificazione, la costruzione di impianti di risalita nel cuore di parchi naturali. E’ opportuno quindi che cresca progressivamente nella popolazione e soprattutto nei politici-amministratori, che hanno il potere edil dovere di fare qualcosa, una coscienza dell’importanza della conservazione dell’ambiente e di uno sviluppo veramente sostenibile, non solo a parole. Vorrei solo ricordare che nel programma delle elezioni 2008 vi esprimevate in questo modo: “Il bene paesaggistico è un valore non sacrificabile; la Valmalenco ha già pagato un prezzo molto alto; le acque, i boschi, l’ambiente naturale non possono essere deturpati in nome della suggestione  dell’energia pulita: no a nuove captazioni di acque dai torrenti”. Almeno potevate avere il buon gusto di evitare di dire nella convenzione attuale “che la società sosterrà per dieci anni attività sportive, culturali e di promozione di carattere paesaggistico ambientale e storico”. Prima distruggono il paesaggio e poi ci danno soldi per promuovere l’ambiente della Valmalenco!

Vorrei che il CAI, le guide, i maestri di sci, gli  agricoltori di montagna, i pochi intellettuali rimasti avessero una massa critica  e una capacità di pressione sufficienti a porre rimedio a questo sfasciume. Altrimenti verrà un giorno in cui i fiumi si svuoteranno, l’aria diverrà veleno, i villaggi abbandonati, i territori montani incolti. Verrà anche un tempo in cui gli uomini diverranno sordi a tutto questo, dimenticheranno l’erba, le piante e gli animali con cui sono vissuti per millenni. Sembrano le piaghe d’Egitto. Invece è l’Italia di oggi. E se qualcuno ci dicesse tutto questo lo prenderemo per matto oppure taceremo per la vergogna di ammettere che sta succedendo e non si fa niente perimpedirlo? La Valmalenco è un piccolo tassello di questa Italia violentata da politici ed amministratori corrotti, ignoranti, che hanno svenduto il territorio per quattro lire: pensiamo solo alla terra dei fuochi, alle costruzioni abusive nella valle dei templi. La Valmalenco non è a quei livelli, ma poco ci manca. Questa è una Italietta dove tutto ha un prezzo, basta pagare e si ottiene tutto. Ma ci sono cose che non si possono comperare, non hanno prezzo, tra queste c’è l’ambiente e soprattutto la dignità. La dignità di  vivere la montagna, forse un po’ più poveri, ma con una qualità di vita migliore. Che poi alla lunga non si è più poveri, perché l’ambiente, se non lo avete ancora capito, è una risorsa, specialmente per un paese che vive di turismo. Basta andare presso i nostri confinanti, svizzeri, trentini, altoatesini, austriaci per trovare un ambiente incontaminato e gli abitanti non sono certamente pi ù poveri di noi, perché il turismo si volge verso di loro. Recentemente ho assistito ad un convegno su tematiche ambientali ed ho potuto, purtroppo con mio disappunto, dover sentireche la vicina Valmasino, che qualche decennio fa ci invidiava perché noi avevamo gli impianti di sci, oggi come oggi non ci invidia più. E i numeri della Valmasino, seppur piccoli, indicano un trend positivo sia in termini di affluenza turistica che di apertura di nuovi esercizi commerciali od alberghieri. E’ una realtà che conosco bene. Tutto all’opposto con quello che succede in Valmalenco, dove si svende il territorio dietro compensi ridicoli ed umilianti; la Valmalenco sembra una riserva indiana dove l’illusionista di turno con qualche Euro, al posto di specchietti o brillantini, circuisce i montanari. Come diceva un mio amico sotto lo pseudonimo di Prof. Pershing qualche anno fa  “conta anche il peso del grado di istruzione e della cultura delle popolazioni locali che, tuttavia, se consce, sono libere di scegliersi il futuro che preferiscono. Mi sembra però che le genti della Valmalenco si siano progressivamente sempre più allontanate dalle loro radici culturali”. Quindi mi sarei aspettato che il Comune almeno questa volta avesse avuto il coraggio di dire no. Invece nella conferenza dei servizi il Comune si è limitato a dire che “le aree di proprietà comunale interessate dalla realizzazione delle opere sono gravate da uso civico e che pertanto la relativa occupazione dovrà essere subordinata a specifica convenzione”. Sai che problema! E non mi si venga a dire che 500.000 € sono tanti!  Con quel che succede nell’amministrazione pubblica italiana fatta di inefficienza e corruttele varie, il costo dei lavori lievita sempre a dismisura fino a diventare spropositato rispetto ai paesi civili europei. Quindi ci vuole poco per gonfiare iprezzi delle opere. E poi vorrei che si tenesse conto anche dei mancati introiti che si avranno sulla voce turismo in Valmalenco in conseguenza di questo ennesimo scempio, perché  certamente di turisti in più non ne guadagniamo. I  turisti non vengono in Valmalenco per vedere la strada per Primolo un po’  più larga o i marciapiedi all’ingresso di Via Roma, ma per ben altro, molto più importante come l’ambiente.”

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