criticità gestione SECAM


07/04/2022   RISPOSTA DEL GARANTE ETICO  DI SECAM

Spettabile Comitato,

in evasione della vostra cortese sollecitazione in calce indicata, siamo a fornire le seguenti risposte ai vostri quesiti, in continuità con quanto comunicato in precedenza.

In premessa segnaliamo che nella preg.ma vostra ci è stato indicato il contenuto di un verbale che abbiamo rintracciato con una certa difficoltà. Dopo averlo reperito, abbiamo compreso i motivi delle predette difficoltà e questo Ufficio – vieppiù per la propria figura di Garante etico – ritiene non doversi esprimere per non violare il dovere di riservatezza esplicitamente citato nelle prime righe del verbale stesso.

Per quanto attiene alle modalità di svolgimento del controllo analogo sulle partecipate, ci risulta che ANAC – coerentemente con il parere espresso da questo Ufficio – abbia ritenuto adeguate le modifiche apportate allo statuto della società in ragione del deciso rafforzamento della regolamentazione del controllo stesso.

In merito alla crisi d’impresa si fa notare che il d.lgs. 19 agosto 2016, n. 175 (Tusp), ha strutturalmente rivisitato e riformato la disciplina delle società a partecipazione pubblica, dettando anche una serie di disposizioni specifiche in tema di crisi di impresa.

In particolare, dalla formulazione rinveniente al primo comma dell’art. 14 del Tusp, si evince come il legislatore abbia adottato il metodo privatistico “puro”, intendendo dar rilevanza alla natura privatistica della forma giuridica prescelta per la società in house che consentirebbe una piena e incondizionata soggezione alla disciplina di diritto comune in materia concorsuale.

L’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è slittata ufficialmente al 16 maggio 2022; per l’effetto traslato, vengono rinviate al 31 dicembre 2023 le collegate procedure di allerta e di composizione assistita della crisi.

Nonostante questo, risulta a questo Ufficio che l’organo di governo societario si sia attivato per tempo monitorando con attenzione la situazione ben definita nel bilancio di esercizio 2020, attivando tutta una serie di manovre correttive.

Ogni ulteriore considerazione può essere utilmente e più concretamente compiuta in sede assembleare dai soci.

Per quanto attiene all’istanza di riequilibrio – che peraltro richiama un intervento assembleare risalente nel tempo, a riprova della necessaria gradualità di tali interventi – si riporta quanto concluso dall’ATO di Sondrio.

Il percorso di accentramento delle gestioni dei servizi idrici iniziato nel 2014, con il trasferimento delle competenze dai singoli Comuni a S.Ec.Am. S.p.A., ha indubbiamente portato un miglioramento generale.

Infatti, a distanza di soli pochi anni, l’ATO di Sondrio può contare su un Gestore unico per tutto il territorio provinciale, capace di creare sinergie ed economie di scala attraverso infrastrutture e politiche di gestione sovracomunali. Un esempio su tutti sono la razionalizzazione degli impianti di depurazione e l’interconnessione degli acquedotti.

Anche la tariffa oggi è la medesima per tutti gli utenti di Valtellina e Valchiavenna, avendo superato le inique differenze di trattamento che prima esistevano tra cittadini di Comuni differenti.

Un altro punto di successo è costituito dall’essere arrivati ad una ormai completa misurazione dei volumi erogati all’utenza, quando nel 2014 erano una trentina i Comuni ove i contatori erano completamente assenti o quasi.

In questi anni S.EC.AM S.p.A. ha realizzato investimenti per oltre 60 milioni di euro, somma che difficilmente sarebbe stata messa a terra dalle Amministrazioni comunali organizzate come sino al 2014, non solo per le differenti possibilità di indebitamento ma anche per l’effettiva capacità realizzativa. Tra questi, si ritiene di evidenziare la messa a punto di un sistema informativo georeferenziato di reti e impianti che costituisce uno strumento di prim’ordine per gli addetti ai lavori.

Infine, tra i vantaggi della gestione associata dei servizi idrici va annoverata l’adozione della Carta della Qualità del Servizio, che esplicita i reciproci diritti e doveri tra chi eroga il servizio e chi ne usufruisce, e l’istituzione del servizio di pronto intervento, attivo tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24, al fine di rispondere in tempi brevi alle puntuali esigenze degli utenti”

Per tutto quanto sopra esposto appare chiaro come l’Ufficio d’Ambito ritenga S.EC.AM. S.p.A. un patrimonio per il servizio pubblico dell’intero territorio provinciale, uno strumento attraverso il quale raggiungere innovativi obiettivi in campo ambientale e che ha già dato modo di dimostrare l’efficienza delle sue prestazioni.

Le tensioni di natura finanziaria ed economica appaiono – come detto – avere radice antica, ma si possono e si devono gestire, con gradualità e prudenza ricordando che importante è la qualità del servizio che ci sembra essere innegabilmente riconosciuta anche dall’organo di controllo.

Le questioni tra soci e società avvenute nel corso degli anni non hanno attualità e rilevanza per questo Ufficio tanto più quando sono state argomentate, dibattute e poi deliberate sia in sede di Conferenza degli enti sia in Assemblea.

Il codice civile regola i rapporti tra soci e società. Qualora uno o più soci ritenessero violati i propri diritti non devono far altro che attivarsi secondo quanto in esso previsto. L’Ufficio del Garante può essere attivato su ogni tema legato alla possibile violazione del Codice etico e, più in generale, per disfunzioni che possano minare la regolarità e l’efficienza del servizio pubblico prestato.

Risulta non provata e priva di riscontri l’affermazione: “sappiamo che le modifiche proposte da Secam … non soddisfano i requisiti minimi richiesti. Un vero controllo analogo non esiste ancora.”. Come non appare conferente la ricostruzione dei fatti da voi fatta in merito alle osservazioni mosse da ANAC nel 2018 non alla società ma ad un socio della stessa.

Anche per quanto attiene alle osservazioni in merito alla SEA le affermazioni paiono distanti dalla realtà dal momento che a questo Ufficio la S.EC.AM non risulta aver dismesso o ridimensionato in maniera sensibile alcun servizio.

Si comunica, incidentalmente, che il Dottor Francesco Vellucci non è più componente della commissione etica di S.EC.AM.

Tutto ciò considerato ed espresso si vuole ribadire, in conclusione, che l’Ufficio del Garante si esprime ed esercita i propri poteri nell’ambito circoscritto della funzione affidata – ben rilevabile nel sito della Società – a salvaguardia dei principi etici voluti dalla stessa.

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COMITATO COORDINAMENTO ACQUA PUBBLICA DELLA PROVINCIA DI SONDRIO

[email protected]

Sondrio, 22 – 03 – 2022

Ill.mi

Prof. Marco Villani

Dr.ssa Olga Perito

Dr. Francesco Vellucci

Dr. Carlo Perticaroli

 

OGGETTO: Criticità gestione S.Ec.Am.– 2^ lettera al Garante

Riscontriamo la Vs. mail del 17.02.2022 in risposta alla ns. del 27.01.2022 e ci permettiamo di segnalarVi alcuni punti  utili ad una più approfondita istruttoria.

Nella Vs. mail del 17.02.2022 si legge testualmente: “Si osserva che non risultano particolari elementi deficitari in ordine alla “buona salute” in termini finanziari della Società stessa, in quanto non si riscontano evidenze di criticità né nel verbale in data 7 giugno 2021 dell’organo deputato ai controlli di sana gestione ed equilibrio economico, il Collegio Sindacale, né risultano discordanti rilievi di criticità nella relazione, in pari data, della società di revisione indipendente che ha certificato il bilancio aziendale”. Ai fini della dimostrazione dello stato di “non buona salute” della società segnaliamo che dal verbale dell’incontro del 20 novembre 2019 tra l’Ufficio d’Ambito di Sondrio e S.Ec.Am. , emergono una serie di criticità rilevantissime sotto diversi profili, tra le quali:

  • l’esplicita ammissione che S.Ec.Am. non è più in stato di equilibrio finanziario
  • il ritardo dei pagamenti verso soci e i fornitori (nonostante avesse scritto 5 giorni prima all’Ufficio d’Ambito che tutto andava bene e di non essere in ritardo). In quell’occasione si legge sul verbale che l’Ing. Lombardi ha fatto notare che dalle lettere di S.Ec.Am. “… mai e poi mai si sarebbe potuto desumere una situazione finanziaria così drammatica…”

L’intervento in assemblea dei soci del 09.12.2019 del Sindaco di Montagna in V. – dr.ssa Barbara Baldini – mette in evidenza come “il controllo  dell’ufficio d’Ambito e quello della Commissione del controllo analogo non è bastato, diventa importante mettere in atto interventi correttivi perché il controllo analogo sia più stringente… “ e come “… sia necessario valutare attentamente la situazione per capire quali sono gli interventi necessari per sanare in modo serio i problemi finanziari od economici che siano in quanto  credo che sia nell’interesse di tutti avere certezza della salubrità della società ed attuare azioni che non servano solo da tampone ma che assicurino l’equilibrio economico-finanziario della stessa nel lungo periodo, equilibrio per il quale sono venute a mancare le condizioni…” 

Questo comitato ha fatto analizzate il bilancio di S.Ec.Am. relativo all’anno 2019 ad un tecnico, il quale ha confermato che la gestione finanziaria di S.Ec.Am. non è buona, anche se gli amministratori della società affermano che è sana e non ci siano problemi.  Ci ha inoltre segnalato che l’art. 14 del Testo Unico Società Pubbliche, relativo alle crisi d’impresa, impone l’obbligo di monitorare, attraverso idonei strumenti, la presenza di rischio di crisi e in presenza anche di un solo indicatore negativo adottare gli opportuni provvedimenti. Dalla relazione del nostro tecnico, fatta l’analisi di tutti gli indici riportati da pag. 106 in avanti del fascicolo di bilancio, risulta “evidente che la società si trova nelle condizioni previste dal citato art. 14 del TUSP…”      

Già nel 2017, in occasione del bilancio 2016, la dr.ssa Adriana Robustelli Della Cuna (in rappresentanza del socio Comune di Grosotto) espresse, con altri soci, voto negativo all’approvazione del bilancio stesso, il quale “presenta una situazione di grossa tensione finanziaria che può essere pregiudizio alla stessa continuità aziendale… Non è possibile per i Sindaci fare valutazioni sull’economicità della gestione S.Ec.Am. del servizio idrico separato da altre attività in quanto il bilancio non ha i necessari distinguo al suo interno e questo è ancor più grave se si pensa che la gestione è principalmente in house ed è quindi compromesso il diritto dei Sindaci di esercitare il controllo analogo…”

Come si può notare gli attuali problemi di S.Ec.Am. hanno origini lontane ma venendo all’attualità, l’istanza di revisione tariffaria del SII formulata da S.Ec.Am.è stata presentata ai sensi dell’art. 16.5,  della convenzione di affidamento del servizio, che testualmente recita: “Qualora il gestore ritenesse che siano venute meno le condizioni di equilibrio economico-finanziario della gestione previste nel Piano d’Ambito, ne dovrà tempestivamente dare comunicazione all’Ufficio d’ambito, fornendo altresì l’indicazione dei presupposti e delle motivazioni che sono alla base della presunta alterazione dell’equilibrio economico-finanziario della gestione; in tale sede, il Gestore dovrà proporre l’adozione di una o più misure atte a riportare in equilibrio la gestione del Servizio. Tale proposta potrà concernere, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la modifica di uno o più degli elementi e/o di fattori contemplati nel Piano d’Ambito (durata, investimenti previsti, riduzione dei costi, allungamento dei tempi per il rimborso dei ratei dei mutui accesi dagli Enti Locali), anche mediante ricorso alle modalità di compensazione contemplate dall’art. 143 del D.Lgs. n. 163/2006. L’Ufficio d’Ambito valuterà la proposta ed adotterà i provvedimenti ritenuti idonei al superamento delle difficoltà con possibilità di avvio di istruttoria volta all’analisi dell’andamento gestionale complessivo dell’Affidatario”.

Se ne deduce che S.Ec.Am.  stessa ammette di non essere più nelle   condizioni di equilibrio economico finanziario. Se a questo si aggiunge che non è garantito il controllo analogo (come rilevato già dal 2018 dall’ANAC) la situazione è assai critica anche rispetto ai requisiti fondamentali per l’affidamento “in house providing”.

Scrivono le SS.VV.: “L’operazione indicata di ‘Rinvio del rimborso dei mutui ai comuni’ fa riferimento ad una delibera assunta dall’assemblea straordinaria dei soci in data 13.12.2019 e consiste, come si legge negli atti societari, in una rimodulazione delle modalità di pagamento”. In realtà molti bilanci dei Comuni soci hanno sofferto questa imposizione (perché di questo si è trattato. “…E’ conditio sine qua non, non esiste altra possibilità…” (Cit. Gildo De Gianni- verbale incontro del 20.11.2019 con l’Ufficio d’Ambito). I comuni/soci dovranno farsi carico di una uscita finanziaria non programmata e non dovuta per diverse migliaia di euro con le conseguenze che ne derivano. Oltretutto, la maggioranza dei comuni/soci, nel corso dell’assemblea del 09.12.2019 ha approvato la proposta del Gestore senza il preventivo parere di legittimità e correttezza da parte degli uffici di ragioneria e senza una deliberazione del Consiglio Comunale (come vorrebbe invece l’art. 153 del TUEL);  peraltro per i comuni soci era difficile andare in C.C. in assenza dei tempi tecnici per l’istruttoria: infatti in data 29.12.2019 S.Ec.Am. convocava per il 09.12.2019 l’Assemblea dei soci con all’ordine del giorno un unico punto   “Piano industriale  2019/2023 e sviluppo previsionale fino al 2044 – determinazioni conseguenti” senza rendere pubblica la corposa documentazione in tempo utile e impegnando i Sindaci/soci a “mantenere riservati i documenti e le informazioni…” come se si trattasse di una società privata ed in violazione della normativa relativa alla trasparenza amministrativa.

Tralasciamo di entrare nel dettaglio di come è stata portata avanti da S.Ec.Am. la questione relativa alla “cessione dei crediti”; evidenziamo soltanto che i Comuni interessati alla cessione dei crediti ad IFIS che non si sono opposti alla cessione medesima ne hanno ricevuto un danno, dato che  ora si trovano nella posizione di non poter più operare la compensazione tra debiti e crediti nei confronti di S.Ec.Am. che, come è noto a tutti, è stata spesso molto in ritardo nei pagamenti.

Sul punto relativo alla poca chiarezza dei bilanci (come nelle fatture per le utenze) facciamo umilmente presente che, non essendo lo scrivente Comitato in grado di valutare da solo, si avvale di tecnici e legali i quali,  come peraltro è emerso anche da qualche intervento nelle assemblee dei soci, ci confermano le criticità che Vi abbiamo esposto.  La questione è di merito ma anche di metodo.   Scrivono le SS.VV. “Per quanto attiene la validazione della tariffa, questa rientra tra le competenze che il legislatore ha riservato ad ARERA…. S.Ec.Am. …. ha trasmesso tutti i dati necessari all’istruttoria e si è affidata ad un consulente specifico. La stessa ATO ha poi condiviso tutte le informazioni ricevute incontrando Provincia e Comunità Montane. Dagli incontri ne sono conseguite molteplici richieste di approfondimento, tutte evase”.   Se gli incontri mandamentali di cui parlano le SS.VV.  sono quelli che si sono tenuti nei giorni 15 e 16 settembre 2021, si segnala che tali riunioni si sono tenute in presenza e nella convocazione viene precisato che a causa della pandemia potevano presenziare solo il Sindaco o il suo delegato: cioè non si  potevano portare consulenti e/o dipendenti comunali ma si chiedono pareri e suggerimenti su un documento di 40 pagine estremamente tecnico per l’analisi del quale occorrerebbero competenze specifiche che i Sindaci devono reperire all’esterno dell’organico del loro Ente. Riteniamo  che una tale modalità di partecipazione non sia in grado  di consentire ai Sindaci  una fattiva e reale partecipazione al processo decisionale. I Sindaci, se lo ritengono opportuno, devono potersi avvalere della presenza di consulenti di propria fiducia. L’Ufficio d’ambito ha anche asserito di non poter fornire il tool di calcolo. S.ec.am soffre da sempre di una non corretta attivazione del controllo analogo congiunto che pregiudica la possibilità di tutti i soci, specialmente dei piccoli comuni, di attivare un adeguato intervento di sorveglianza e anche l’Ufficio d’Ambito non li agevola.

Sulle questioni relative alla modifica dello Statuto necessarie per garantire il controllo analogo, anche a seguito dei rilievi di ANAC, ribadiamo che risulta accertato che S.Ec.Am. sapesse delle osservazioni mosse da ANAC dal lontano 2018 e ne ha reso edotti i Soci solo nel giugno 2021.   Sappiamo che le modifiche proposte da S.Ec.Am. ed approvate recentemente (anche in questo caso senza dare il tempo ai Comuni/soci di discuterne nei Consigli Comunali) non soddisfano i requisiti minimi richiesti. Un vero controllo analogo non esiste ancora.

Scrivono le SS.VV.: “Per la ristrutturazione di SEA, la società ha comunicato di aver adottato ogni forma di cautela comunicando ai soci quanto dovuto…”. I Soci, a nostro modesto parere, così come gli utenti, avrebbero diritto di sapere i termini contrattuali della cessione di servizi da S.Ec.Am. alla  Srl e non solo una generica lettera, a cose fatte, per comunicare che una serie importante di servizi non verranno più effettuati da S.Ec.Am.

Per quanto attiene alle soc. ENERBIO  e BIOASE, ci risulta che (specialmente per Bioase) una rinegoziazione dei contratti e dei servizi costituirebbe un utile primo inizio per il risanamento della soc. S.EC.AM. Spa.

Nell’occasione porgiamo distinti saluti.

Per il Comitato Coordinamento Acqua Pubblica Sondrio

Martina Simonini

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