Un punto di vista sul Servizio Idrico Integrato

Ricevo e volentieri pubblico un articolo del gruppo Acque Valchiavenna datato 21 luglio 2015 contenente un punto di vista sulla situazione del Servizio Idrico Integrato in provincia di Sondrio.

 

Cara, nostra Acqua…

E’ trascorso un anno dal ricevimento della laconica comunicazione dell’affidamento degli acquedotti comunali alla gestione di Secam s.p.a.

Del tutto dimentichi del referendum del 2011, si è allontanata l’acqua dalle comunità e dal controllo diretto dei cittadini, come se non fossero portatori di diritti e interessi rispetto ad essa.

Così le modifiche apportate allo Statuto di Secam nell’assemblea del 20 luglio 2015, conclusa senza che avvenisse alcun dibattito né che venissero portate particolari richieste da parte dei presenti, non vanno affatto nella direzione chiesta dai cittadini, ossia una blindatura della Società e l’esclusività pubblica del suo capitale per metterla al riparo dal possibile ingresso dei privati, infatti l’articolo 1 si limita a dire che la società è a totale capitale pubblico.

Più di una domanda ce la possiamo porre rispetto alla proposta di integrare le attività societarie con la funzione di accertamento e riscossione dei tributi pubblici locali. Potrebbe essere poi il servizio di bollettazione affidato ad altro soggetto? Consideriamo che Secam vanta partecipazioni in società miste e private e che essendo una società per azioni persegue obiettivi di profitto. Sarebbe interessante a questo punto conoscere in che percentuale le quote societarie fanno capo ai Comuni della Provincia.

Altra questione aperta è la modifica al Regolamento di Servizio attinente appunto il Servizio Idrico Integrato, richiesta anche da alcuni Comuni valchiavennaschi per renderlo innanzitutto più rispettoso dei diritti civili.

Quanto alla proprietà degli acquedotti, rimasta ai Comuni, essa ha un valore puramente formale. I sindaci si sono autoesclusi dalla possibilità di intervenire sugli impianti quando lo ritengono necessario. Un Comune infatti, in caso di un cantiere aperto, non potrà chiedere un contestuale intervento sulla rete idrica che non sia previsto dal gestore nella propria pianificazione ( come si evince dalla Delibera n.25 del 17 giugno 2015 dell’Ufficio d’Ambito ).

Nell’attesa di ricevere le nuove bollette riconosciamo di avere, come cittadini, elementi sufficienti per valutare la natura che ha assunto la gestione dell’acqua nella nostra provincia.

Ricordiamoci che a livello nazionale e internazionale sono molti gli organismi e le organizzazioni che oppongono, a un mercato che vuole disporne, la natura di “diritto inalienabile” dell’acqua come condizione per l’esercizio degli altri diritti.

Lo fa Papa Francesco, in modo inappellabile, nell’Enciclica Laudato Si’.

Diritto all’acqua è DIRITTO ALLA VITA

Non rinunciamo dunque a rivendicarne una gestione partecipata.

21 luglio 2015

Gruppo Acque Valchiavenna

 

 

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