Sentenza cercasi

Ricevo e volentieri pubblico la lettera di Michele Comi riguardante la richiesta di accesso agli atti per conoscere il testo della sentenza del Tribunale delle acque sulla questione grande derivazione Mallero (qui trovate tutta  la storia).

Sfruttamento idroelettrico Mallero: il cittadino non deve sapere.
Gozzo e cretinismo erano un tempo endemici nelle valli alpine e forse lo sono ancora oggi, almeno per taluni gestori della cosa pubblica e per le zelanti società concessionarie per lo sfruttamento dei residui rivoli d’acqua a scopo di “lucro idroelettrico”.
E così la mia richiesta d’accesso agli atti al Comune di Chiesa in Valmalenco, la sentenza 68/2015 del tribunale superiore delle acque che autorizza la grande derivazione del Mallero, nel suo ultimo tratto naturale rimasto, ribaltando il precedente pronunciamento di divieto così come stabilito del piano paesaggistico regionale è stata di fatto rigettata.
In qualità di cittadino, nativo e residente, ho semplicemente chiesto di leggere la sentenza che autorizza un intervento sul territorio di pubblico interesse.
Mi si comunica che la richiesta non potrà essere evasa, se non produrrò “riscontri o qualora le eventuali controdeduzioni” alla solerte nota di opposizione all’accesso agli atti prodotta dalla società concessionaria Mallero energia srl che, infarcita di riferimenti di legge, sostiene l’inammissibilità della richiesta in quanto non conforme ai dettami normativi e se accolta sarebbe lesiva del diritto di riservatezza.
In sintesi dopo la mia richiesta di accesso agli atti, il Comune ha informato la società concessionaria che ha prodotto una perentoria opposizione, negandomi di fatto copia della sentenza.
Com’è possibile tutto ciò? La sentenza di un tribunale non è un atto pubblico? Qualcuno me lo spiega?

Michele Comi

 

La richiesta di accesso è stata rifiutata. Qui potete leggere le motivazioni.

 

Al di la del testo della sentenza, che a mio parere dovrebbe essere pubblicato, anche se con l’adozione di tutti gli accorgimenti necessari per la tutela di eventuali dati sensibili, quello che mi chiedo è se ci sia in provincia di Sondrio qualche “portatore di interesse”  e in caso positivo se si stia muovendo in direzione di un ricorso contro il passaggio da piccola a grande derivazione. Dovrà per forza intervenire l’unione Europea per chiarire che per le grandi derivazioni è necessaria una gara ad evidenza pubblica? Altrimenti, approfittando dell’attuale vuoto normativo, qualsiasi proprietario di una centralina in provincia di Sondrio potrebbe chiedere il passaggio da piccola a grande derivazione e farla franca per 30 anni a discapito della concorrenza.
Infine una domanda: non è proprio possibile in un paese democratico che il cittadino conosca il testo di una sentenza pubblica? Chi può fare qualcosa per rendere pubblico questo documento?

 

P.S. Ho appreso che lo IAPS ha avuto il testo della sentenza dopo richiesta allo Ster. A breve quindi penso che possa essere pubblicata. Anche se la sua lettura non cambiaerà per ora la sostanza delle cose almeno la trasparenza ed il diritto di conoscere un atto pubblico da parte dei normali cittadini saranno state tutelate.

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16 settembre 2015

Sentenza Mallero
Non m’importa del contenuto, leggibile probabilmente solo da un giurista.
M’importa la possibilità per qualsiasi cittadino di accedere alle informazioni che riguardano opere sfacciatamente definite di “pubblico interesse” salvo poi nascondere ai cittadini le complicate procedure autorizzative dietro una cortina fumogena pressoché impenetrabile!
Intanto meno male qualcosa si muove e contro l’autorizzazione alla grande derivazione l’Intergruppo acque di Sozzani e Legambiente promettono una “guerra giuridica forte”.
Peccato però che del Mallero, così come di tante altre questioni ambientali, non importa una fava a nessuno o quasi, specie tra i residenti, con ampie fasce di timorosi e arrendevoli (amministratori in primis) di fronte agli arrembanti soliti noti dediti al businnes delle rinnovabili.
Il sacrificio del Mallero sembra non interessare a nessuno e mentre tappezziamo via Dante a Milano con le gigantografie delle bellezze della Valtellina, contemporaneamente ne accettiamo il pesante saccheggio.

Dimenticavo…ho replicato all’atto di opposizione con le seguenti argomentazioni:

a) L’accesso agli atti è previsto per tutti i documenti che il Comune “detiene” anche se sono stati formati da altri soggetti.
b) La sentenza è un atto pubblico e non occorre dimostrare alcuno specifico e particolare interesse.
c) La sentenza riguarda una questione ambientale ed in questa materia il diritto di informazione è riconosciuto per tutti i cittadini senza limitazioni.

Copincollo per gli smemorati un estratto del parere contro l’opera di derivazione espresso da ARPA nel 2009 e sorprendentemente ignorato.
“A livello ambientale l’autorizzazione dell’opera implicherebbe un consistente depauperamento del tratto di corso d’acqua sotteso alla derivazione con conseguenze sull’ecosistema, sugli habitat naturali e sulla circolazione delle acque sotterranee; tutto questo andrebbe ad incidere su una situazione in cui è in corso un perenne tentativo di riequilibrio della naturalità a seguito delle attività di cava e della presenza di strutture artificiali di regimazione idraulica che necessiterebbe di essere incentivato”.

“Le operazioni in progetto comportano lo scavo di 50000 mc di materiali da trasferire per la quasi totalità alla cava Brusada-Ponticelli, in comune di Lanzada, in qualità di ricolmamento di una camera di coltivazione. A livello ambientale non si può ritenere che questa movimentazione di materiali sia ottimale per il territorio e le zone abitate, soprattutto in merito a qualità dell’aria, polveri e rumori ma anche in considerazione del fatto che l’intensa attività di cave e miniere presenti in zona è già da anni problematica.”  Michele Comi

 

Io il testo ce l’ho , l’ho letto e non mi sembra che ci siano problemi di privacy. Però per principio non lo pubblico sul sito acquavaltellina perchè è ora che anche gli Enti Pubblici si prendano le loro responsabilità. E’ troppo facile lasciare da soli i cittadini a gestire grossi problemi al posto loro. Ai posteri l’ardua “sentenza”. Mi chiedo come mai alla fine del documento ci sia la data 18 dicembre 2013 se è stata pubblicata nell’aprile 2015. Era già pronta da da quasi 2 anni?

 

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