Pubblico il testo della lettera inviata ai ministeri interessati e competenti dal Comitato Acque delle Alpi, contenente le osservazioni e le richieste relative al decreto per gli incentivi 2015/2016. Ogni comitato potrà inviare a sua volta il testo ai parlamentari di sua conoscenza e ai referenti regionali.
“Oggetto: osservazioni alla bozza di DM sugli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile non fotovoltaica per il biennio 2015-2016, limitatamente agli impianti idroelettrici.
PREMESSO CHE:
– Secondo quanto riportato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente in relazione alla rendicontazione degli Stati membri, solo l’1% dei corpi idrici italiani è attualmente classificato in stato ecologico elevato.
– In particolare i corsi d’acqua alpini che ancora mantengono condizioni di naturalità elevata – cioè non sono impattati da derivazioni, alterazioni morfologiche significative e immissione di inquinanti – sono in numero estremamente esiguo; anche nei corsi d’acqua appenninici e nel resto del territorio italiano il livello di sfruttamento delle acque superficiali e la pressione sui corpi idrici sta rapidamente aumentando, al contrario di quanto richiederebbero gli obiettivi delle pertinenti direttive europee.
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– Gli incentivi statali alle fonti energetiche rinnovabili hanno scatenato in Italia una rincorsa alla costruzione di centinaia di nuove centrali idroelettriche, in particolare di piccola taglia, le cui procedure di autorizzazione, come da tempo da più parti denunciato, non tengono sufficientemente in considerazione gli obiettivi di qualità dei corpi idrici e, anche in assenza di adeguate informazioni sui corpi idrici in esame, come accade spesso per i piccoli corsi d’acqua non definiti come corpi idrici a sé stanti ai fini della Direttiva 2000/60/CE, raramente applicano un principio di precauzione.
– Il confronto tra attuale produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e obiettivi del Piano di Azione Nazionale per lo sviluppo delle energie rinnovabili non paiono giustificare un’ulteriore incentivazione della produzione idroelettrica laddove questa sia in contrasto con gli obiettivi di altre direttive europee.
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– Ancora oggi molte derivazioni non prevedono rilasci di deflusso minimo vitale a valle delle captazioni e più in generale l’implementazione di misure di mitigazione degli impatti della produzione idroelettrica è molto limitata; anche molti piani di gestione di bacino idrografico e piani di tutela delle acque non contengono adeguate misure in tal senso.
Una Comunità ha il dovere di pronunciarsi sulle scelte che impattano per forza di cose sulla sua realtà, sulle attività locali, sull’attrattività dei luoghi, e dunque sul suo futuro. Ma dovrebbe poter dire la sua prima che i giochi siano fatti
La esagerata complessità tecnica dei provvedimenti è un’altra raffinata tecnica per tagliare fuori la gente dalla comprensione di cosa sta succedendo
Non si comporteranno responsabilmente verso l’ambiente e la montagna se non saranno obbligati a farlo da una opinione pubblica vigile, pronta e competente