La Water alliance

Già da alcuni mesi se ne  parla e se ne scrive, all’insaputa dei cittadini e forse anche degli Amministratori.

Finalmente s’è svolta ieri pomeriggio  in Comune a Sondrio una commissione consiliare che aveva all’ordine del giorno un unico punto: “SECAM Spa, le nuove strategie aziendali della società pubblica ed in special modo quelle relative alla possibilità di alleanze per la gestione del servizio idrico integrato (Water Alliance).” Sono stati invitati ai lavori della Commmissione il Presidente e l’Amministratore Delegato di SECAM Spa. La Water Alliance: cos’è? Sono usciti alcuni articoli e servizi riguardo all’incontro sui media locali. Chiediamo un parere competente a Martina Simonini, giusto per sentire un’altra campana:

La Water Alliance tra SECAM SPA e le altre 7 sorelle è “Un’iniziativa che rientra tra gli atti di indirizzo dati dai soci”!?  Forse m’è sfuggito qualcosa… Ma i soci non sono i Comuni (oltre a Comunità Montane e Provincia)?!? E quindi, ai sensi dell’art. 42 del Testo unico degli enti locali non dovrebbero decidere i consigli comunali?!?  A me sembra che ci stiamo facendo prendere in giro.

Finalmente se ne parla… la Water Alliance… La SECAM Spa , affidataria di un servizio in house providing, dovebbe essere, anche per esplicita espressione della Corte di Cassazione, una “longa manus” degli enti che la controllano ed il CdA dovrebbe essere privo di qualsiasi autonomia gestionale, limitando la sua funzione a mera esecuzione della volontà degli Enti azionisti. Invece si parla della Water Alliance in convegni, sui giornali, ma mai se n’è parlato nei consigli comunali.

E una Join venture: un rapporto contrattuale che va oltre la normale collaborazione creando vincoli e obbligazioni per le società sottoscrittrici. Insomma tutt’altro rispetto a quello che hanno dichiarato Presidente e A.D. in commissione. E’ forse ora di far le pulci anche a SECAM sia sul controllo analogo che sulla legittimità della gestione in house, visto che il servizio idrico integrato non è la  attività prevalente di Secam, e di ricominciare a parlare di azienda speciale

Se questa è considerata “gestione ordinaria” perchè i Sindaci non hanno informato e coinvolto i propri cittadini? Forse non lo sapevano neppure loro?

Temo che molti sindaci e amministratori non siano tuttora al corrente di questa Joint venture e di cosa significhi. Tra l’altro, non se ne parla, ma c’è anche dietro l’angolo, l’appetito di A2A che sta acquistando quote societarie (anche del 51%) di società che gestiscono il SII.

La Secam è una SPA ( forma societaria volta al profitto). I Comuni non si sono ancora accorti? Esistono ancora i requisiti per la cosiddetta “società in house”?

 I requisiti per la gestione in house providing probabilmente non ci sono sia per le diverse compartecipazioni della SECAM sia perchè il SII non è la sua attività prevalente.

Chi lo può contestare e con quali procedure?

 I soci naturalmente!

Se i soci non se ne avvedono o non lo vogliono fare c’è qualche istituzione che può tutelare i cittadini alla quale potersi rivolgere?

Solo le associazioni in difesa dei consumatori. Qualcosa possono fare anche i cittadini… ci stiamo attrezzando.

Ringrazio Martina Simonini per il suo intervento e invito i cittadini a tenersi informati sulla futura  evoluzione di questa “Santa Alleanza”.

 

 

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