Ricevo e volentieri pubblico una simpatica poesia a firma de “Il povero talpino”. Confido nel senso dell’umorismo e nella libertà di satira.
IL POVERO TALPINO
….“ci hanno venduto l’acqua ed anche la fontana”
a prezzo conveniente solo per l’acquirente!
Costui aveva ben compreso
che, per taluni, gestire l’acqua era di peso
e, di fronte ad un appalto di anni venti,
sarebbero stati tutti felici e contenti.
Sindaci e delegati, con fare accomodante
dissero infatti sì…. subito, all’istante!
Ma ai cittadini ignari di tali cambiamenti
vien presentato un conto… un conto da accidenti!!
Inutilmente i numeri, vengon ricalcolati,
la voce passa in fretta: siamo stati gabbati!
“Parere vincolante è quel dei primi cittadini”
– vien prontamente detto ai poveri tapini –
“col loro assenso espresso….al presidente…”
ahimè…. pare che il resto conti poco o niente!
Senza mischiare il sacro col profano
narra la parabola che in un tempo lontanto
Uno sull’acqua aveva potuto camminare….
Questi son più bravi e sull’acqua ci vogliono marciare
e lo fanno con molta supponenza,
coprendosi sempre col “bene per l’utenza”.
Dei nostri giorni è certamente un segno: sarà che abbiamo eletto troppe teste di legno ?
Il povero talpino
il povero Talpino