Come in val di Lei

Ho letto con interesse un articolo sul quotidiano il Giorno riguardante lo svuotamento della diga della val di Lei. La questione che mi ha più fatto riflettere è ben condensata da questa frase dell’articolo, che riporto testualmente:

A differenza di altri bacini lo sbarramento del Lago di Lei non consente uno spurgo dei sedimenti e del limo e non si rilevano pertanto particolari problematiche relative all’intorbidimento dell’acqua verso il territorio elvetico.

Sono andato a rileggere il comunicato dello IAPS di alcuni giorni fa dove, in riferimento agli svasi e allo stato del fiume Adda, si dice:

che simili operazioni “debbano” essere compiute per la corretta funzionalità degli impianti nessuno dubita,ma ci rifiutiamo di credere che le modalità attuative debbano essere queste e solo queste e non se ne possano individuare di meno devastanti per la salute dei corsi d’acqua (non solo dei pesci) e dell’intero territorio.Penso che non ci si possa davvero più accontentare che i cosidetti controllori ( i tecnici dell’Arpa,i funzionari della Provincia e dello Ster regionale,i rappresentanti dell’Unione Pesca ) ci assicurino che le operazioni si sono svolte nel pieno rispetto delle modalità previste da un Protocollo piuttosto che da un Piano di gestione degli svasi. Se è davvero così è proprio nella definizione delle procedure che bisogna intervenire,per modificarle e migliorarle,rendendole almeno sopportabili.
Questo è ciò che una comunità attenta e preoccupata della difesa e salvaguardia della propria fondamentale risorsa,il territorio appunto,deve richiedere,meglio pretendere.

Dopo aver ragionato su tutto questo faccio anch’io da cittadino valtellinese una semplice proposta:

facciamo finta che,come in val di Lei, anche gli altri  i bacini artificiali non consentano uno spurgo dei sedimenti e del limo.  Utilizziamo in ogni bacino le soluzioni tecniche adottate in val di Lei:  anche se saranno più costose, sicuramente faranno molto meno danni alla collettività e all’ambiente, riuscendo a salvaguare meglio tutti i diritti legati alll’ uso plurimo delle acque.

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